Ettore Musco aveva raccolto e fatto pervenire all’ambasciatrice Clare Boothe Luce alcune notizie tendenziose sul conto di Gronchi

Nei confronti delle inclinazioni autonomiste della politica italiana, Washington decise di coinvolgere maggiormente Roma nelle decisioni internazionali e di attivare un meccanismo di cooperazione con la penisola sul fronte dello sviluppo dell’area medio-orientale <628. Pella elaborò un Piano sulla collaborazione nel Mediterraneo e lo sviluppo economico di quest’area geografica, da realizzarsi di concerto con le altre nazioni europee e con gli Stati Uniti <629. Il piano Pella non ebbe applicazioni pratiche, in quanto gli Stati Uniti preferirono una collaborazione su base bilaterale e stavano valutando di rinsaldare i legami con la Gran Bretagna, in crisi dopo fatti di Suez del 1956 <630. Sul fronte dei rapporti in campo petrolifero, la normalizzazione tra Stati Uniti e Italia fu ancora più complicata, in quanto i due paesi non riuscirono a trovare un accomodamento neanche con l’apertura della Val Padana alle prospezioni delle compagnie straniere <631. Sul finire degli anni Cinquanta, gli Usa interruppero ufficialmente ogni iniziativa contro l’Eni confidando nell’attività del governo in carica <632.
La percezione delle iniziative dell’Eni in ambito internazionale è comunque importante in quanto evidenzia la complessità della politica statunitense in Italia, e lo stretto intreccio venutosi a stabilire tra anticomunismo e interessi degli Stati Uniti nel mondo. Questa lettura considera l’anticomunismo parte integrante della strategia americana volta tenere sotto controllo l’Italia e i paesi atlantici, anche in virtù di interessi economici di più ampio respiro.
In ultimo luogo, è necessario soffermarsi su altre due questioni relative alla lotta al comunismo in Italia durante il secondo mandato Eisenhower. Da un lato, i passi in avanti fatti sul terreno dell’integrazione europea, che a partire dal 1957 subì un’ulteriore accelerazione ponendo le basi per un modello comunitario che si sarebbe perfezionato e allargato nel tempo.
Nel marzo 1957 furono firmati i trattati di Roma, che istituirono una Comunità economica europea occidentale (Cee) con l’obiettivo di una progressiva unificazione doganale in un vero “mercato comune” (Mec) per la libera circolazione delle merci. Gli accordi di Roma prevedevano anche la definizione di una politica sociale ed economica comune nonché l’istituzione di una banca europea per gli investimenti. Venne istituita una agenzia per l’energia nucleare civile (Euratom), i cui accordi furono approvati anche dal Psi. Il Dipartimento di Stato e l’Ambasciata americana accolsero la partecipazione italiana al processo di integrazione con entusiasmo. Entrando in un meccanismo comunitario, l’Italia avrebbe rafforzato la sua identità filo-occidentale, sganciandosi progressivamente dalla forte dipendenza economica e commerciale dagli Usa. In secondo luogo, gli Usa tentarono di ancorare più saldamente l’Italia al blocco atlantico attraverso la questione delle armi nucleari.
Nel 1957, il lancio dello Sputnik e del primo Icbm sovietico aveva generato un senso di insicurezza da parte americana e degli alleati sulla non inviolabilità del territorio occidentale <633. Le notizie provenienti dall’Urss avrebbero potuto influire negativamente sull’opinione pubblica europea, spingendola a schierarsi in favore della potenza internazionale che in quel momento mostrava una maggiore capacità nucleare. Attraverso l’installazione di missili a raggio intermedio sul territorio europeo, in grado di raggiungere e colpire il territorio russo, gli Usa si proponevano di bilanciare la crescita del potenziale balistico sovietico e di rinsaldare al tempo stesso le relazioni atlantiche dopo lo shock subito dal lancio dello Sputnik. Nel dicembre del 1957, Italia e Turchia accettarono di ospitare missili balistici americani sul proprio territorio. Da parte italiana questa scelta non fu dettata semplicemente da motivi di sicurezza, ma fu il frutto di una logica più nazionale. Accettando i missili americani, l’Italia acquisiva una maggiore importanza internazionale e uno status di potenza semi-nucleare <634. Grazie ai missili, l’Italia avrebbe beneficiato di una maggiore assistenza militare da parte della Nato. Fanfani dava inoltre una forte connotazione atlantica al programma di governo e rafforzava i legami con gli Stati Uniti, allontanando le critiche di anti-americanismo e dimostrando agli Stati Uniti che la fiducia nella sua figura era stata ben riposta <635. Per aggirare le difficoltà politiche che l’opposizione avrebbe potuto frapporre al momento della ratifica, Fanfani decise di procedere con la massima riservatezza, concludendo gli accordi con Washington attraverso un rapido scambio di note e facendo apparire l’istallazione dei missili come una normale attività militare <636.
Il secondo mandato Eisenhower rappresenta un periodo centrale anche nell’ambito delle covert operations contro il comunismo. Se le azioni ufficiali si limitarono a constatazioni in merito alla stabilità democratica e a interventi di carattere economico per sostenere i partiti di centro, nello stesso periodo vennero programmate covert operations volte a controllare le maggiori figure politiche del panorama politico. Dai documenti analizzati emerge su questo fronte una divaricazione tra l’indirizzo politico adottato dal Dipartimento di Stato e quello della Cia, destinato a diventare sempre più evidente negli anni successivi. Il 1959 segnò grandi sviluppi anche per i servizi segreti italiani e per Gladio. I primi, con l’avvallo del Ministro della difesa Segni e con circolare interna di De Lorenzo <637, iniziarono la monumentale opera di schedatura di uomini politici, di cui iniziarono ad annotare con grande meticolosità note biografiche e informazioni, e per ognuno dei quali venne predisposto un fascicolo. L’organo preposto era l’Ufficio “D” del Sifar, di cui faceva parte anche l’ufficio Rei guidato da Renzo Rocca. Il primo era incaricato del controspionaggio e della sicurezza interna, il secondo del controspionaggio in ambito economico e industriale. Grazie ai contatti con i maggiori ambienti economici italiani, tra cui la Fiat, la Montecatini e la Beretta, l’Ufficio Rei poteva disporre di grandi somme da elargire ad attività in funzione anticomunista. I fascicoli redatti furono all’incirca 157.000 <638. Questo tipo di attività era già in atto presso i servizi segreti italiani. Nel 1955 il predecessore di De Lorenzo, Ettore Musco, aveva raccolto e fatto pervenire all’ambasciatrice Clare Boothe Luce alcune notizie tendenziose sul conto di Gronchi <639. Inoltre nell’ambito dellla Divisione Affari Riservati del Viminale, la Cia aveva iniziato a mettere in pratica un’intensa attività di schedatura e intercettazione in funzione anticomunista <640. La fascicolazione di De Lorenzo presentava tuttavia caratteri di innovazione rispetto ad altre attività parallele. La schedatura avveniva in maniera sistematica, denotando una assidua attività di intromissione del Sifar in campo politico che esulava dalla competenza istituzionale del servizio e che non aveva nessun collegamento con la sicurezza interna del paese. Inoltre, la tipologia delle informazioni raccolte doveva essere tale da costituire fonte di ricatto. L’attività di spionaggio a danno di personaggi politici aveva dunque una specifica funzione politica, in quanto contribuiva a contrastare ogni mutamento politico e istituzionale a favore delle sinistre. In questo senso, l’attività di De Lorenzo era conosciuta dai Servizi segreti americani, che in quegli anni esercitavano uno stretto controllo sul Sifar per la realizzazione dell’obiettivo comune legato alla sconfitta del comunismo italiano. Nel 1959 Gladio entrò a far parte del Cpc in condizione di assoluta parità con gli altri stati membri. Infine, sempre nello stesso anno furono installati i missili americani e vennero avviati i negoziati per la regolamentazione dell’utilizzo dell’energia nucleare e per lo stoccaggio di testate atomiche americane sul territorio italiano. In questo periodo, dunque, si risvegliò la tendenza a progettare e porre in atto azioni clandestine contro il comunismo italiano. Le istituzioni americane e gli ambienti conservatori e militari italiani iniziarono a temere che il clima di distensione internazionale potesse favorire il processo di inclusione delle sinistre al governo <641.
[NOTE]
628 Frus, 1955-57, vol. XXVII, Telegram from the Embassy in Italy to the Department of State, Rome, 11 settembre 1957, pp. 428-29 disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v27/pg_428; Memorandum of a Conversation, Department of State, Washington, 25 settembre, 1957, pp. 430-431, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v27/pg_430; E. Ortona, Anni d’America, vol. II., pp. 253-252-56.
629 A. Brogi, L’Italia e l’egemonia statunitense nel Mediterraneo, cit. pp. 280-294; E. Ortona, vol. II, pp. 256-59.
630 A. Varsori, L’Italia nelle relazioni internazionali, cit. p. 69.
631 E. Ortona, Anni d’America, cit. pp. 238-39; 275-77.
632 Frus, 1958-60, vol. VII, p. 2, Despatch from the Embassy in Italy to the Department of State, Rome, 7 marzo, 1958, pp. 445-448, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_445.
633 P. Nash, The Other Missiles of October. Eisenhower, Kennedy, and the Jupiters 1957/1963, Chapel Hill & London, North Carolina University Press, 1997; D. Sorrenti, L’Italia nella guerra fredda. La storia dei missili Jupiter 1957/1963, Roma, Edizioni Associate, 2003.
634 Allo stesso scopo, nel mese novembre il governo italiano partecipò ad un vertice insieme a Germania e Francia, finalizzato a dar vita ad un consorzio per la produzione di armi nucleari. Attraverso questa iniziativa, i tre paesi intendevano dimostrare agli Stati Uniti la loro intenzione per una politica più autonoma nei confronti del riarmo nucleare. E. Ortona, Anni d’America, cit. pp. 263-264 e 269-72; L. Nuti, The Fig Story Revised, in “Storia delle Relazioni internazionali”, 13, 1 (1998): pp. 69-100.
635 L. Nuti, Politica estera e politica interna negli anni del centro-sinistra, in A. Giovagnoli, L. Tosi, Un ponte sull’Atlantico, cit. pp. 169-180.
636 L. Nuti, Dall’Operazione “Deep Rock” all’operazione “Pot Pie”: una storia documentata dei missili SM 78 Jupiter in Italia, in “Storia delle relazioni internazionali”, 11/12, 1/2 (1996/1997): pp. 95-138 e 105-149; A. Varsori, L’Italia nelle relazioni internazionali, cit. p. 136.
637 Circolare interna del Sifar, 26 febbraio 1959, in Relazione Beolchini, cit. p. 117.
638 M. Franzinelli, Il Piano Solo. I servizi segreti, il centro-sinistra e il “golpe” del 1964, Milano, Mondadori, 2010, p. 38.
639 R. Zangrandi, Inchiesta sul Sifar, cit. p. 92.
640 V. Ilari, Il generale col monocolo, cit. 134.
641 L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, cit. p. 282.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti. 1949-1974, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020

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Pensionato di Bordighera (IM)
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